Lewis Hamilton ha dominato il Gran Premio del Portogallo che si è disputato ieri all’Autodromo Internacional do Algarve, sede della terza tappa iridata stagionale. Il britannico della Mercedes ha ottenuto il secondo successo stagionale, dopo quello nella tappa inaugurale al Sakhir International Circuit in Bahrain, il 96° della carriera. Il pluri iridato ha gettato le basi della vittoria sorpassando prima Max Verstappen all’undicesimo giro sul rettilineo dei box, e poi Valtteri Bottas all’esterno della prima curva al ventesimo giro.
Da quel momento in avanti, l’inglese ha imposto un ritmo forsennato alla corsa girando costantemente sull’1:22 basso con gomme medie usate. Una volta passato alle gomme dure, il passo gara è sempre stato tra l:20.9 e l’1:21.2, un ritmo inavvicinabile per chiunque. Oltre alle capacità di guida del pluri iridato, oculata gestione della tipologia di pneumatico e incremento del passo gara quando è necessario, va anche lodata la W12 E Performance. La monoposto tedesca è stata per tutto l’arco del fine settimana lusitano più veloce della rivale RB16B, sia con i diversi carichi di benzina sia con le differenti mescole.
Il ritmo trionfale del sette volte iridato, ha costretto Verstappen e la compagine di Milton Keynes a rivedere i piani, concentrandosi più sul tenere dietro la Mercedes numero 77 che attaccare la numero 44. Da questo punto di vista, il secondo posto del nativo di Hasselt è un risultato che lo tiene a sole otto lunghezze di distanza dal rivale nella classifica del mondiale piloti. Forse sia per il pilota sia per la squadra rimarrà il rammarico del giro cancellato nel Q3, per aver oltrepassato i limiti della pista nella curva 4, che gli sarebbe valso la pole position.
L’episodio si è ripetuto anche in gara, ma alla curva 14. Max aveva ottenuto il giro più veloce, grazie ai pneumatici soft montati al penultimo giro, che gli sarebbe valso il punto addizionale. Avendo, però, sorpassato con tutta la monoposto i limiti del tracciato in quella curva, gli è stato cancellato quel crono, proprio come in qualifica. In un campionato così tirato, dove ogni singolo punto e dettaglio fanno la differenza, il punto perso e la mancata pole al sabato potrebbero risultare decisivi ai fini della classifica nell’arco dell’annata.
Ha completato il podio Valtteri Bottas, terzo. Il finnico della Mercedes è stato protagonista di un’ottima partenza, conducendo la corsa sino al dodicesimo giro, prima di essere superato dal compagno di squadra e poco dopo dalla Red Bull numero 33. Da lì in avanti il finlandese non è stato più in grado di mantenere i ritmo dei due che lo precedevano, e quando stava arrivando negli scarichi della RB16B un problema tecnico ha rallentato la sua progressione. Un problema con le temperature della power unit, evidentemente surriscaldata, che gli è costato ben cinque secondi in un giro.
A quel punto la piazza d’onore era ormai irraggiungibile. Fatto sta che questa è la dodicesima volta, su diciassette, che Valtteri non trasforma la pole position in vittoria. Un dato che fa capire la differenza tra le sue performance sul giro veloce e quella sulla distanza di gara. Ai piedi del podio l’altra vettura anglo-austriaca, quella di Sergio Perez. Per il messicano, la scuderia ha adottato una strategia di gara che non ha pagato. Lo stint iniziale con le gomme medie è stato lungo oltre 50 giri, prima di passare gomme dure, forse sperando in un’eventuale Safety Car o per tenere dietro Hamilton e far arrivare anche Verstappen.
Continua il lo straordinario periodo di forma di Lando Norris, quinto al traguardo. Il talento della McLaren ha sempre chiuso nella top five le tre gare che si sono disputate quest’anno: 4° in Bahrain, 3° a Imola e 5° a Portimao. Una costanza di rendimento che testimonia la sua crescita, dove alla sua innata velocità abbina consistenza in gara. Le sue performance stanno consentendo a lui e alla scuderia di Woking di occupare la terza posizione nelle rispettive classifiche.
Passo indietro, rispetto a quanto si è visto a Imola, per la Ferrari. Charles Leclerc ha chiuso sesto, a quasi un minuto dal vincitore, Carlos Sainz ha chiuso undicesimo e fuori dalla zona punti dopo essere partito quinto. Un’involuzione tecnica dovuta alla totale mancanza di ritmo con pneumatici a mescola media e al loro degrado, accentuato dall’alta temperatura dell’asfalto che ne ha incrementato l’usura. Sia lo spagnolo nel primo stint gara sia il monegasco nel secondo, hanno faticato a causa del graining che si è generato sui battistrada delle coperture medie dopo pochi giri.
Oltretutto, pesa la strategia totalmente errata adottata dal muretto della Scuderia Maranello, sopratutto con l’iberico. Fermando Carlos al 22° giro, era improbabile pensare di coprire una distanza di 44 giri con il compound medio. Infatti, da metà gara in poi Sainz ha perso posizione scalando sino all’undicesimo posto finale. Anche la McLaren con Norris ha percorso 45 giri con gomme medie, ma non ha avuto alcun tipo di problema di usura. Questa differenza testimonia come la MCL35M abbia gestito molto meglio i pneumatici rispetto alla SF21.
Se per il Cavallino Rampante il fine settimana portoghese è stato un regresso, al contrario per l’Alpine si sono visti dei miglioramenti sia in gara sia in qualifica. Estaban Ocon, 7°, ha dato seguito all’ottima qualifica con una gara accorta e in crescendo nella seconda parte grazie all’ottimo passo gara con le mescole dure. Ha concluso alle sua spalle, distante appena un secondo, il suo compagno di squadra Fernando Alonso. Lo spagnolo, che scattava dalla tredicesima posizione dopo essere stato eliminato nel Q2 causa problemi di temperatura con le soft, è stato protagonista di un gran rimonta. Una gara di puro ritmo e costanza, il suo marchio di fabbrica.
Partito con gomme medie, l’iberico si è fermato al 40° giro per passare alle gomme dure, iniziando una progressione cronometrica che lo ha portato a sorpassare Gasly, Ricciardo e Sainz fino a chiudere appena dietro al compagno di box. Il giro più veloce del bi-campione del mondo è stato 1:21.032, quello della Mercedes di Hamilton, a parità di condizioni, 1:20.933. A Estone e Viry Chatillion, rispettivamente polo aerodinamico/telaistico e sede dello sviluppo della power unit, si augurano che le prestazioni messe in mostra dalla A521 all’Autodromo Internacional do Algarve possano essere un primo passo verso il ritorno alla competitività mostrata la passata stagione con le RS20.
Chiudono la zona punti la McLaren di Daniel Ricciardo e l’AlphaTauri di Pierre Gasly. L’australiano ha rimontato dalla sedicesima posizione di partenza con una strategia simile a quella dello spagnolo dell’Alpine, consentendo alla scuderia britannica di concludere con entrambe le vetture in zona punti per la terza gara consecutiva. Per il francese della Scuderia di Faenza si è trattata di una gara anonima, e questa volta la AT01 non è stata ai livelli di Sakhir e Imola dal punto di vista prestazionale. Non era questa la gara dove il team faentino poteva portare a casa un buon bottino di punti, ma nelle prime due gare dove la vettura si è mostrata competitiva e invece ha raccolto molto meno di quello che poteva.
Dodicesimo, alle spalle della Rossa di Sainz, Antonio Giovinazzi. L’italiano dell’Alfa Romeo ha preceduto le Aston Martin di Sebastian Vettel e Lance Stroll, rispettivamente tredicesimo e quattordicesimo. Per il rientrata costruttore britannico, che ha ereditato la Racing Point, la stagione è stata sino adesso al di sotto delle aspettative. La AMR1 è lontana dalle perfomance della RP20 dell’anno scorso, vettura basata sulla Mercedes 2019, ma non solo, sembrerebbe aver perso terreno rispetto alle dirette rivali.
Altro fine settimana anonimo per Yuki Tsunoda, quindicesimo. Il nipponico dell’AlphaTauri, al debutto in Formula Uno dopo aver concluso il mondiale di Formula 2 in terza posizione la passata stagione, ha commesso degli errori negli ultimi due appuntamenti. Dopo un gran debutto in Bahrain, il giapponese è stato autore di un weekend da dimenticare a Imola e in Portogallo non è mai stato ai livelli del compagno di squadra. Va comunque sottolineato il fatto che con così pochi test, è difficile adattarsi nell'immediato a una nuova realtà.
Sedicesimo George Russell che, in seguito all’ottima sessione di qualifica, sperava di portare la Williams più avanti in classifica. Il campione F2 2018 ha preceduto Mick Schumacher, bravissimo a vincere il duello con la FW43 di Nicholas Latifi pur disponendo della vettura più lenta in griglia. Il canedese ha concluso penultimo davanti alla VF21 di Nikita Mazepin, ultimo a oltre un minuto dal compagno di squadra. Ritirato Kimi Raikkonen nel corso del secondo giro dopo aver tamponata sul rettilineo dei box l’Alfa Romeo del compagno di squadra Antonio Giovinazzi.